“Pepe, sei il solito pigrone!”
Non sono pigro, sono annoiato. Tutti i giorni in questo fazzoletto di prato smorto.
Lo stesso albero, uno. Gli stessi sassi. La stessa fontanella puzzolente.
Gli stessi cani. Le stesse domande. “È maschio?”
“Sì,” vorrei rispondere “sono maschio, ho sette anni, questo qui mi ha castrato, odio le crocchette ma me le propinano lo stesso ogni santissimo giorno, amo il formaggio, ho una cotta per la maremmana del civico 22 ma per il problema di cui sopra non concluderemo mai nulla. Comunque se lasciassi il mio collega bassotto libero di annusare questa pipì che amichevolmente gli lascio a disposizione, lui lo scoprirebbe da sé”.
E invece niente. “Ah se è maschio non entriamo, Cicci odia i maschietti!”
Cicci mi guarda desolato, con quel collo da lombrico strozzato nel collare. Forse è diventato così lungo a forza di impiccagioni. Poveraccio.