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Al cane manca la parola…

- LUOGHI COMUNI SULLA COMUNICAZIONE DEL CANE -

“Sapete chi è l’essere più dolce e coccoloso del mondo? È il mio cane Oliver!“

Qualche mese fa sono andata in canile, cercavo un cagnetto piccino, da borsetta, ma poi ho visto lui. Sì lo so, è grosso e sgraziato, ma mi ha fatto così tanta tenerezza. In canile non aveva molto da fare e quindi passava il tempo mangiando, spazzolava tutte le ciotole del recinto, e ora è un po’ sovrappeso… ma io lo rimetterò in forma, l’ho messo a dieta e ha già perso duecento grammi.”

Per tutti i prosciutti, che fame. Non so che darei per un panino, una bistecchina al sangue. Mi accontenterei perfino di una manciata di quei biscottini insipidi che mi rifila la biondina. A proposito, la biondina.

Tanto buona e cara eh, ma capisce sempre fischi per fiaschi. Non riuscirò mai ad educarla, temo.

Proviamo a fissarla intensamente.

“Lui è così fedele, così devoto. Lo vedete come mi fissa? Per lui sono la persona più bella del mondo. Passerebbe le giornate a guardarmi.

È ancora un po’ indisciplinato, ma io lo educherò.

Lo so, lo so, vuoi le coccole eh, amore mio? Vieni che la mamma ti dà un bacino.”

Riempi la ciotola, riempi la ciotola, riempi la ciot… no no, non lo voglio un bacino. Oh, cielo. Proviamo a uggiolare, magari le farò pena come quel giorno in canile.

“Oh, ma ora perché piagnucoli? Bè, fa un po’ caldo, hai ragione, il condizionatore è rotto. Ecco un po’ di acqua fresca!”

No, no, Biondina, non ho sete. Fame. F A M E.

Niente, eh?

Morirò di inedia.

Abbaio? Vuoi davvero che io abbai? Ok. Mi costringi.

“NO, Oliver, zitto. Non si abbaia in casa, poi i vicini si lamentano.”

Ah, mi sgridi pure? Senti che proposta folle: io la smetto ma poi tu mi sfami, eh?

“Bravo cucciolone, così si fa. Hai capito, vero? Per questo scodinzoli… ma non sono arrabbiata, tranquillo!”

No, non sto scodinzolando perché mi sento in colpa, ti stavo proponendo un accordo.

Questa mi farà diventare più secco di un levriero coi vermi, garantito.

Senti, Biondi’, capiamoci: io mi metto qui e aspetto.

“Ecco il mio bravo cagnone che si mette a cuccia! Ma chi è l’amore mio eh? Chi è?” Fatti tuoi, io so chi è il mio: la bistecca con l’osso. Si può fare?

No? E senza osso? Nemmeno? Sarò anemico prima di sera, me lo sento.

“Ha capito che deve avere pazienza, appena avrò finito di lavorare lo porterò al parco!” Al parco? A digiuno?

“Deve anche imparare a non fare il pazzo quando vede il dalmata della fioraia, ma imparerà.“

IL PAZZO? Innanzitutto è femmina, e io sono pazzo sì ma d’amore per quella donzella, vorrei solo andare a darle una bella annusata sotto quella bella coda a pois, ma tu mi strattoni come un trolley! Certe figure, Biondì, certe figure…

“La settimana scorsa mi ha ringhiato, si è arrabbiato perché pensava volessi prendergli il suo pupazzo, ma imparerà.”

Gioco, si chiama gioco! Stavamo facendo un gioco! Ti ho pure fatto l’inchino per spiegartelo… io non ci vedo dalla fame, qual è la tua scusa?

“Comunque.. Oliver è meraviglioso! È così dolce e paziente.”

Paziente. Giusto. Chiamate un veterinario. Mi sta calando la pressione.

“Lo amo moltissimo e staremo insieme per sempre, vero, testone?”

Che ti devo dire, sempre a stecchetto? Non andremo lontano. Però… mi piaci.

Ci sto. Ecco, ora sto scodinzolando di gioia, capito? Vieni qui, fatti leccare!

“Ehi piano con quella lingua!

Lo vuoi un biscottino?”

Per sempre, Biondina, per sempre!

I CONSIGLI DELL’ESPERTO:

I cani sono molto abili nel comprendere la nostra goffa comunicazione con loro.

Spesso siamo ridondanti nel parlare e parlare e parlare, ripetitivi, scegliamo toni e volumi eccessivi sperando di essere compresi meglio dal cane.

Ma lui dà poca importanza a ciò che diciamo, prediligendo la comunicazione non verbale e quella paraverbale (tono, volume, ecc.).

Qualcuno sostiene che guardare negli occhi comunichi al cane una sfida quando, in realtà, per aprire qualsiasi comunicazione con qualcuno, ancor più se questo osserva prima ancora di ascoltare, è necessario e indispensabile catturare e cogliere la sua attenzione guardandolo negli occhi.

Per capirci con un cane, insomma, dobbiamo imparare ad osservarlo e ad osservare noi stessi affinché ciò che diciamo con la voce sia coerente con quanto facciamo, come ci muoviamo, come ci disponiamo rispetto a lui.

Inutile sperare che corra da noi se lo chiamiamo con un tono assertivo o arrabbiato, se siamo immobili e frontali a lui, se gesticoliamo minacciandolo perché ciò che lui coglie è esattamente il contrario.

Quindi per capire e farci capire dal nostro cane, impariamo ad osservare prima di ascoltare, impariamo a muoverci, mettiamoci in discussione cogliendo gli effetti di quanto diciamo e sforzandoci di guardare senza interpretare e la comunicazione sarà decisamente migliore.

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