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Mi scappa la pipì… Ops… è scappata!

- IL CUCCIOLO E I BISOGNI IN CASA -

Anna e Carlo sono giovani, felici e innamorati.
Vivono insieme in una palazzina in periferia, sono gentili e pazienti, amano i cani ed entrambi desiderano da sempre adottarne uno.

Hanno un bambino di pochi mesi, Giulio, e pensano che sia bello farlo crescere insieme a un cucciolo. E qui, entra in scena Paco, tre mesi, pelo color miele irsuto e spettinato, una bella macchia bianca sul petto. Carattere gioioso e curioso.

Paco non sa molto dei fatti della vita, anche se lui crede di sì. È un cucciolo spavaldo, socievole, ha sempre mille cose da fare, ha il mondo intero da conoscere. Di notte però, a Paco manca la sua mamma. Si accoccola nella cuccia, è morbida, calda, eppure lui si sente solo. Paco uggiola. Nessuno arriva.

Paco guaisce. Silenzio. Vuoto. Guaisce più forte. Si accende la luce, lui sente la coda che inizia a muoversi, non può trattenersi, il corpo è scosso dalla danza delle feste.

“Mammina, eccoti! Avevo tanta paura, mi sentivo perso, era buio e…”
“Zitto!” Dice Anna decisa.

Paco la guarda interdetto. Prova a saltarle addosso, lecca, mordicchia, tanta è la felicità che non sa come esprimerla tutta. Anna lo respinge.

“Sveglierai Giulio!”
E, puntuale, arriva il pianto del neonato.

Anna sbuffa.

“Ma sei forse arrabbiata?”
Piega la testa di lato, il cucciolo.

Si siede e riflette, mentre guarda quella che per lui è anche la sua mamma coccolare il bambino, parlargli con dolcezza, aiutarlo.

“Mamma, mi scappa la pipì, credo… ehi ma le tue ciabatte sono fichissime!”
Paco mordicchia le pantofole di Anna, lei continua a cullare Giulio.

Lui acchiappa l’orlo della tenda e lo scuote.
“Ti ucciderò, vile marrano! Mamma guarda, sono un cane ferocissimo, grrrrr!”

Paco abbandona un attimo i giochi e annusa per terra. Anna lo guarda.
“Paco no ti prego, ora no, è notte, l’ascensore è rotto, da bravo, trattienila.”

Paco ricambia lo sguardo e scodinzola, si accuccia e un piccolo lago giallo si allarga tra le sue zampe.

“Ora mi sento più leggero! Credo che andrò a buttare quella palla sotto al divano!”

Anna sospira. Sono quasi le tre, domani dovrà andare al lavoro, non ha proprio voglia di mettersi a pulire. Sta per dire a Paco che è stanca, che basta pipì in casa, basta pupù, deve capire che non si fa. Sta per sgridarlo. Poi sente il pannolino del suo bambino caldo e pesante.

Anna guarda Giulio.
“Ti ci metti anche tu, eh?”

Anna stavolta sorride, mentre poggia il neonato sul fasciatoio. Lui le afferra una ciocca di capelli, biondi e sottili. Lei lo lascia fare. Guarda Paco correre in soggiorno con il tappo del biberon in bocca.

Hanno quasi la stessa età, i suoi cuccioli, e Anna non si sognerebbe mai di sgridare Giulio perché piange, né perché ha bisogno di lei, tantomeno per quel pannolino pregno. Prende uno straccio, asciuga il danno.

“Mamma guarda, so volareee!”
Paco si lancia dal divano, atterra di muso.

“Ok, forse devo sistemare le manovre di atterraggio. Ma magari lo faccio domani.”
Il cucciolo sbadiglia.

Anna ride. Si avvia verso il lettone.

“No, ti prego, fa freddo, al buio ci sono i mostri, la tua cuccia è così lontana, la notte è lunga…”

La coda smette di muoversi, le orecchie si afflosciano, gli occhi sembrano diventare più grandi.

“Dai vieni.”
Anna torna a letto da Carlo, Giulio tra di loro.

“E io? Vorrai mica che mi sdrai per terra?”
La mano di Anna solleva Paco. È ferma, calda, rassicurante. Paco si accoccola tra i suoi piedi.

“Vittoria!! Se solo avessi una bandiera da piantare tra queste coperte!”

“Ora dormi però, domattina ci dobbiamo alzare presto. Dobbiamo andare al parco a fare la pipì, no?”

“Sarai bravissimo, già lo so.”

I CONSIGLI DELL’ESPERTO:

Tra i problemi maggiormente lamentati dai proprietari di cuccioli ci sono le pipì in casa.

Quando un cucciolo arriva in famiglia a circa due mesi non ha ancora acquisito il controllo degli sfinteri. Ciò significa semplicemente che quando gli scappa… la fa!

Come insegnargli a trattenerla e farla all’esterno e non in casa?

Parola d’ordine: tempo.

Sarà necessario dedicarsi molto al cucciolo portandolo fuori il più spesso possibile: al risveglio, dopo la pappa, quando per un po’ corre, salta e gioca.

Meglio anticipare i suoi bisogni piuttosto che correggerlo se non riesce a trattenersi.

Più spesso il cane si sentirà lodare per un bisogno fatto sul prato fuori casa e più rapidamente imparerà ad aspettare e dirci che ha necessità di uscire.

A nulla servirà immergere il musetto dentro la pipì, il cucciolo non capirà il significato di quel gesto disgustoso, né così imparerà a trattenere un bisogno per ore. Evitiamo di adottare queste vecchie e sbagliate strategie, il risultato arriverà più in fretta e anche la relazione con il nostro cane ne trarrà beneficio. Mettiamoci tempo e pazienza. e il cucciolo ci darà presto grandi soddisfazioni.

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